Situato nel punto più alto della collina “La Terra”, il Duomo di Avellino è il fulcro della vita religiosa del capoluogo irpino ed è dedicato a Santa Maria Assunta in Cielo e ai Santi Modestino, Fiorentino e Flaviano, patroni della città. La Chiesa Cattedrale fu fatta costruire nel 1132 dal vescovo Roberto e nel corso di quasi 900 anni è stata più volte danneggiata da terremoti ed eventi bellici che ne hanno richiesto numerosi interventi di restauro ed ampliamento.
Fino alla fine del XVII secolo era ancora in stile romanico; nel ‘700 furono realizzati i soffitti a cassettoni con quadri di Michele Ricciardi. Nella seconda metà del XIX secolo il vescovo Francesco Gallo commissionò una grande riqualificazione che trasformò lo stile della cattedrale da romanico in neoclassico.
La facciata che possiamo ammirare ancora oggi, in marmi bianchi e grigi, alabastro e basalto, fu realizzata dall’architetto Pasquale Cardola nel 1860. Accanto al portale principale vi sono due nicchie contenenti a sinistra la statua di San Modestino da Antiochia e, a destra, quella di San Guglielmo da Vercelli, patrono d’Irpinia. L’architettura della facciata termina con il timpano in cui troneggia la figura di un triangolo al cui interno è inscritto un cerchio raggiante: l’occhio del Dio Redentore.
Le tre porte in bronzo cesellato a mano, realizzate dallo scultore avellinese Giovanni Sica,sono di notevole interesse. Quella centrale, in particolare, dove vengono raffigurate alcune scene della storia religiosa e civile di Avellino, come i bombardamenti del settembre del ’43 e il terremoto del 1980.
Il campanile, che sorge sul lato destro della cattedrale, di forma quadrata, è stato eseguito in epoche diverse come si evince dalla base, strutturata con parti di edifici romani del I secolo a.C., in cui si scorgono figure togate probabilmente risalenti a stele funerarie. Nel ‘700, poi, la struttura fu sopraelevata con l’installazione di una cupola a cipolla.
L’interno del Duomo è a croce latina a tre navate. Quelle laterali hanno complessivamente 5 cappelle per lato. Di particolare importanza nella navata destra quella di San Gerardo, con l’altare proveniente dalla distrutta Chiesa del “Carminiello”, la terza, che contiene un dipinto della fine del ‘500 raffigurante l’Adorazione dei Magi di Marco Pino da Siena, e l’ultima, che conserva un reliquiario della Sacra Spina della Corona di Gesù, donato alla Cattedrale di Avellino da Carlo I d’Angiò. Nella navata sinistra, invece, è da segnalare la terza cappella che custodisce il famoso simulacro ligneo di Nicola Fumo raffigurante l’Assunta, effigie portata in processione il 15 agosto. Nella navata centrale, infine, il pregevole soffitto a cassettoni ligneo fa da cornice al dipinto di Michele Ricciardi raffigurante l’Assunzione in Cielo della Beata Vergine Maria.
Anche il transetto presenta due cappelle laterali: quella di sinistra è la “Cappella del Tesoro di San Modestino”, con la statua argentea del Santo contenente le sue reliquie, scolpita dal Vaccaro, e i due reliquiari in argento che conservano i resti mortali di San Fiorentino e Flaviano e di altri martiri. Nella “Cappella della Santissima Trinità”, a destra, sorge, invece, l’antico altare con bassorilievo raffigurante, appunto, la Trinità di Gian Domenico D’Aura ed Annibale Caccavello, realizzato nella seconda metà del ‘500. Di particolare interesse artistico, sempre nel transetto, sono le tele di Achille Iovine che rappresentano “il martirio di San Lorenzo” e la “Sacra famiglia”.
L’abside, infine, impreziosita dagli stucchi dorati della volta e dai marmi policromi dell’altare, presenta il tabernacolo barocco realizzato da Cosimo Fanzago e un coro ligneo del ‘500.