Risalente al VI secolo d.C. la cripta del Duomo di Avellino, conosciuta anche con il nome di Cripta della Madonna dei Sette Dolori, è una perla in stile romanico che si sviluppa nel sottosuolo della città. Suddivisa in tre navate, scandite da 14 colonne di pietra tutte diverse tra loro (i capitelli sono pezzi di spoglio provenienti da edifici paleocristiani), secondo alcuni storici era originariamente la cattedrale della “Civitas Abellini Longobarda”. Qui il 27 settembre del 1130 l’Antipapa Anacleto II incoronò solennemente Ruggiero d’Altavilla re di Napoli, di Sicilia e di Calabria e duca di Puglia. In essa riposano le salme di alcuni dei più importanti vescovi di Avellino.
In un vano ipogeo scavato nel tufo, a cui si accede attraverso una scala a chiocciola, si possono visitare i caratteristici sedili scolatoi che servivano come luogo di sepoltura dei confratelli della Madonna dei Sette Dolori, realizzati anche grazie all’intervento della principessa Antonia Spinola, come ricorda una lapide del 1714. In tale occasione fu aperto un accesso sullastrada che da quel momento venne ribattezzata via dei Sette dolori. Il settecentesco soffitto con decorazioni a stucco e dipinti raffiguranti la vita di San Modestino è, invece, opera del pittore Michele Ricciardi.