La Fontana Tecta, detta anche di Grimoaldo, è collocata lungo la via Salernitana, nel Borgo di Sant’Antonio Abate, antico e una volta popoloso quartiere sviluppatosi a ridosso delle mura di Avellino e ai piedi della Collina della Terra.
Qui abitava la parte più povera della città essendo questo un rione particolarmente esposto a pericoli di allagamenti, sia per la sua collocazione geografica affossata rispetto al resto della struttura urbana, sia per la fatiscenza e la precarietà delle sue abitazioni.
In un documento dell’Abbazia di Montevergine risalente al dicembre 1138, viene citata come “Fontana di Grimoaldo”, in riferimento al nome del ricco signore, probabilmente di una importante famiglia longobarda del tempo, che ne aveva trasformato l’aspetto e la funzione, modificando un comune abbeveratoio in un luogo di ristoro per i tanti viandanti che arrivavano qui da Salerno e per i numerosi pellegrini che si recavano al monastero Benedettino di San Leonardo, dipendente dalla potente e prestigiosa Badia di Cava dei Tirreni.
La fontana, pertanto, è stata per secoli testimone della vita della città di Avellino e per la sua strategica importanza fu più volte restaurata e ornata di elementi artistici. Il più importante è quello del XVII secolo, quando alla struttura originaria furono aggiunti di due lavatoi, alimentati dalle acque del torrente Fenestrelle, che, grazie all’ultimo restauro del 2017 sono perfettamente visibili ancora oggi.