Villa Amendola rappresenta uno dei principali poli culturali della città di Avellino e dal 2014 è sede del Museo Civico di Avellino, uno spazio museale dove trovano asilo la statua in bronzo originale di Carlo II d’Asburgo, conosciuta dagli avellinesi come il “Reuccio”, realizzata da Cosimo Fanzago, pregevole scultura in bronzo fuso a cera persa risalente al 1668, quadri, arredi e abbigliamenti che ripercorrono la vita della città di Avellino.
L’edificio si compone di due corpi di fabbrica di forma rettangolare affiancati. Quello di minori dimensioni e più antico del complesso si apre su via Due Principati e presenta un “torrino” che si affaccia su via Quattrograna. Si struttura con un piano terra e un piano rialzato, oggi sede deputata ad ospitare mostre ed eventi culturali, e un primo livello che prevede una sala conferenze.
L’edificio maggiore, invece, ospita al piano terra la Biblioteca ed emeroteca “Nunzia Festa”. Si tratta di un luogo dedicato alla pubblica lettura con un patrimonio di circa 5.000 titoli. In catalogo sono presenti libri di narrativa, saggi, letteratura per ragazzi e di storia e cultura locali.
Il primo e secondo livello, invece, sono la sede del Museo Civico con il suo percorso espositivo che si apre con la sala d’ingresso del Museo, nella quale il visitatore troverà ad accoglierlo la statua del Carluccio. Tra le altre opere esposte sono da evidenziare la statua lignea a figura intera che riproduce San Francesco di Paola, opera di Giacomo Colombo databile tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo, l’autoritratto in bronzo di Cosimo Fanzago, le numerose testimonianze dei Moti Costituzionali e del periodo post-unitario e una ricca esposizione iconografica e documentaria, di fatti e accadimenti della storia civile, culturale, morale e politica della città nel ‘900.
Completano ed impreziosiscono l’allestimento delle sale mobili e suppellettili risalenti al XVIII, XIX e XX secolo, alcuni dei quali già patrimonio dell’Amministrazione Comunale e un tempo arredi di Palazzo de Peruta, antica sede del Comune di Avellino.
Le Grotte di Villa Amendola
Le Grotte di Villa Amendola sono parte integrante dell’impianto originario della maestosa struttura settecentesca. Tuttavia, secondo alcuni storici, per le cavità sotterranee non è da escludere una datazione di molto precedente rispetto all’edificazione della Villa stessa e dell’annesso parco. Ad ogni modo, ciò che è noto riguardo alle Grotte è che furono adibite prima alla conservazione delle derrate alimentari e poi furono usate come riparo – sia dalla famiglia Amendola che dalla popolazione avellinese – durante il violento bombardamento aereo che interessò la città di Avellino il 14 Settembre del 1943.