Sotto case, edifici religiosi, piazze, vicoli e strade del Centro storico di Avellino si dirama un dedalo di ampie gallerie create nei secoli per estrarre pietre e materiali da costruzione. Un sistema ipogeo di camminamenti scavati nel banco tufaceo della Collina della Terra che in superficie collega metaforicamente i simboli maggiormente identitari della città: sono i Cunicoli longobardi
I “Cunicoli” ci raccontano di una città medievale che cerca di difendersi dagli attacchi esterni e mira a rafforzare i punti chiave del suo assetto urbano. La loro importante funzione strategica poneva in diretto collegamento l’area de La Terra con la cerchia muraria fiancheggiante la Porta Maggiore, assicurando in tal modo il rapido afflusso di rinforzi a difesa della Rocca dell’antica Avellino longobarda ed altresì una sicura via di ritirata in caso di sconfitta.
Era essenziale, quindi, che questi camminamenti fossero dotati in alcuni punti di un sistema di scale, non solo intagliate a gradoni nella roccia ma anche ad essa semplicemente addossate, di materiale artificiale e ligneo. Nella parte terminale, il sistema di gallerie sotterranee sbucava in una rampa, dalla quale, superando un dislivello di circa 11 metri, si raggiungeva rapidamente l’interno della città.
Non stupisce, quindi, che i Cunicoli Longobardi siano stati utilizzati nel corso della storia cittadina per fronteggiare situazioni di alto rischio: nel 1656, a seguito dell’epidemia di peste che colpì la città, il principe Francesco Marino Caracciolo dispose che i malati terminali fossero condotti nei camminamenti sotterranei affinché si potesse contenere il diffondersi del morbo. Infine, gli ultimi testimoni diretti dei bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale narrano di corridoi sotterranei utilizzati come rifugi per scampare a quei tragici momenti che segnarono la vita avellinese del settembre 1943.
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